Produzione e gestione dei rifiuti urbani, fonti e metodologia di elaborazione dei dati - Catasto Nazionale Rifiuti - ISPRA
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Fonti e metodologie di elaborazione dei dati sui rifiuti urbani (produzione, raccolta differenziata, gestione e costi dei servizi di igiene urbana)

Produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani

A partire dai dati 2016, l'Istituto effettua le elaborazioni sulla produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani applicando la metodologia individuata dal decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 26 maggio 2016 (pubblicato sulla GU della Repubblica Italiana, Serie generale, n. 146 del 24-6-2016).
Tale metodologia presenta alcune differenze rispetto a quella adottata sino all'anno 2015, pertanto i dati dal 2016 in poi non risultano totalmente confrontabili con quelli della serie storica pregressa (per maggiori dettagli si vedano le equazioni di calcolo relative alle due metodologie, riportate nelle tabelle 1 e 2).

I dati sulla produzione e sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani sono reperiti da ISPRA attraverso una procedura standardizzata che prevede, in primo luogo, l'invio di appositi questionari ai soggetti pubblici che a vario titolo raccolgono informazioni in materia di gestione dei rifiuti urbani. In particolare, le informazioni sono annualmente richieste a:
  1. Agenzie Regionali e Provinciali per la protezione dell'ambiente (ARPA/APPA)
  2. Regioni
  3. Province
  4. Osservatori regionali e provinciali sui Rifiuti.
In assenza di riscontro, o in caso di informazioni parziali o incongruenti, ISPRA procede alle necessarie integrazioni mediante l'elaborazione delle banche dati relative al Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD). Per la produzione e la raccolta differenziata di rifiuti urbani, le sezioni prese in considerazione sono:
  • "Sezione rifiuti urbani e assimilati e raccolti in convenzione", con particolare riferimento alla scheda RU e ai relativi moduli D-RU e CS
  • "Sezione rifiuti speciali", con particolare riferimento ai moduli DR e RT allegati alle schede RIF.
Nel caso in cui le informazioni non risultino disponibili neanche facendo ricorso alle banche dati MUD, l'Istituto procede all'effettuazione di stime al fine di quantificare il dato dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti su scala comunale, utilizzando una metodologia uniforme sull'intero territorio nazionale.
In particolare, ISPRA procede alla ripartizione dei comuni di ciascuna provincia, per i quali il dato di produzione totale risulta disponibile, in fasce di popolazione residente (<5.000, 5.000 - 14.999, 15.000 - 29.999, 30.000 - 49.999, 50.000 - 149.999, ≥150.000) e alla determinazione dei valori medi di produzione pro capite di ogni fascia. Il dato di produzione dei comuni per i quali l'informazione non è disponibile viene stimato moltiplicando il valore di produzione pro capite medio della corrispondente fascia di appartenenza per la popolazione residente nei suddetti comuni. Il quantitativo dei rifiuti urbani indifferenziati si ottiene, quindi, per differenza tra il dato di produzione totale dei rifiuti urbani (RU), ricavato mediante l'applicazione della metodologia sopradescritta, e il dato totale di RD e degli ingombranti a smaltimento di ciascun comune considerato.
In assenza di informazioni sulla raccolta differenziata, parametro che non può essere oggetto di stima, sono invece utilizzati i dati della precedente annualità relativi allo specifico comune di riferimento.
I dati vengono raccolti ed elaborati a livello di singolo comune, fatta eccezione per quei casi in cui le informazioni risultano disponibili esclusivamente aggregate per ATO, Comunità montane, Consorzi o Unioni di Comuni.

Modalità di elaborazione a partire dai dati 2016

La metodologia applicata a partire dai dati 2016 è schematizzata nella tabella 1.
Per quanto riguarda la raccolta multimateriale (150106), il decreto 26 maggio 2016 prevede l'inclusione nel dato di raccolta dell'intero quantitativo, comprensivo della quota relativa agli scarti di selezione.
A partire dai dati 2016 sono, inoltre, inclusi nella RD i codici dell'Elenco Europeo dei Rifiuti 170107 e 170904, qualora riferiti ai rifiuti provenienti da piccoli interventi di rimozione eseguiti direttamente dal conduttore della civile abitazione, nonchè i rifiuti da spazzamento stradale (200303) qualora destinati ad effettivo recupero. Si fa presente che i rifiuti da spazzamento, in assenza di un'indicazione precisa sulla destinazione o nel caso in cui sia rilevata solo l'operazione di messa in riserva (R13) senza ulteriori specificazioni sul successivo effettivo recupero, sono contabilizzati tra i rifiuti indifferenziati.

Tabella 1 - Metodologia di calcolo della produzione dei rifiuti urbani e della percentuale di raccolta differenziata applicata a partire dai dati 2016
Tipolgia RifiutoSiglaFrazione Merceologica
Rifiuto urbano indifferenziato (per maggiori dettagli si veda tabella dell'allegato al decreto 26 maggio 2016) RUind (t)
  • rifiuti urbani indifferenziati (200301)
  • rifiuti dallo spazzamento stradale (200303) destinati allo smaltimento
  • altri rifiuti urbani non differenziati (200399)
I (t)
  • ingombranti misti a smaltimento (200307)
Raccolta differenziata (per maggiori dettagli si veda tabella dell'allegato al decreto 26 maggio 2016) RDi (t)
  • frazione organica (frazione umida e verde), inclusa la frazione umida avviata a compostaggio domestico
  • rifiuti di imballaggio, inclusa la raccolta multimateriale comprensiva degli scarti (la raccolta multimateriale è intesa come la raccolta di differenti frazioni merceologiche di rifiuti urbani o assimilati mediante l'utilizzo di un unico contenitore) e rifiuti di carta e cartone, plastica, legno, metallo e vetro del capitolo 20 dell'elenco europeo dei rifiuti
  • ingombranti misti a recupero (200307)
  • rifiuti di origine tessile
  • rifiuti da raccolta selettiva (farmaci, contenitori T/FC, batterie e accumulatori, vernici, inchiostri e adesivi, oli vegetali e oli minerali, ecc.)
  • rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)
  • rifiuti da C&D (solo i codici 170107 e 170904 limitatamente alle quote provenienti da piccoli interventi di rimozione eseguiti direttamente dal conduttore della civile abitazione)
  • rifiuti della pulizia stradale avviati a recupero (200303)
  • altre frazioni raccolte in maniera differenziata

RU (t) = (∑i RDi) + RUind + I
RD (%) = i RDi X 100
RU


Modalità di elaborazione fino ai dati 2015

Sino ai dati 2015, ISPRA ha applicato la metodologia di calcolo rappresentata in tabella 2. Tale metodologia poteva discostarsi, in taluni casi, da quelle adottate dalle singole regioni che, in assenza dello specifico decreto sui criteri di calcolo della percentuale di raccolta differenziata, avevano autonomamente proceduto alla definizione di proprie metodologie.
L'Istituto, ad esempio, escludeva integralmente dal computo della produzione dei rifiuti urbani e, di conseguenza, dal calcolo della percentuale di raccolta differenziata, i rifiuti provenienti da attività di costruzione e demolizione anche se condotte presso unità abitative. La nuova metodologia, prevista dal decreto 26 maggio 2016 e applicata a partire dai dati 2016, include invece nel dato di raccolta differenziata i codici 170107 e 170904 qualora riferiti ai rifiuti provenienti da piccoli interventi di rimozione eseguiti direttamente dal conduttore della civile abitazione.
ISPRA, inoltre, escludeva dalla raccolta differenziata gli scarti provenienti dalla selezione della multimateriale (in base alla formula di calcolo del decreto 26 maggio 2016, a partire dai dati 2016 la raccolta multimateriale è totalmente conteggiata nella RD, senza l'esclusione degli scarti) e i rifiuti da spazzamento stradale (200303) che invece il decreto include, qualora destinati al recupero. ISPRA ha adottato questa metodologia di calcolo per la serie storica 1997-2015. Per maggiori dettagli si può fare riferimento a quanto riportato nello specifico capitolo delle varie edizioni del Rapporto Rifiuti urbani.

Tabella 2 - Metodologia di calcolo della produzione dei rifiuti urbani e della percentuale di raccolta differenziata applicata fino ai dati 2015
Tipolgia RifiutoSiglaFrazione Merceologica
Rifiuto urbano indifferenziato RUind (t)
  • rifiuti urbani indifferenziati (200301)
  • rifiuti dallo spazzamento stradale e dalla pulizia dei litorali (200303)
  • altri rifiuti urbani non differenziati (200399)
SRD (t)
  • scarti dalla selezione della raccolta multimateriale.
I (t)
  • ingombranti misti a smaltimento (200307)
Raccolta differenziata RDi (t)
  • frazione organica (frazione umida e verde), inclusa la frazione umida avviata a compostaggio domestico
  • rifiuti di imballaggio, inclusa la raccolta multimateriale al netto degli scarti (la raccolta multimateriale è intesa come la raccolta di differenti frazioni merceologiche di rifiuti urbani o assimilati mediante l'utilizzo di un unico contenitore) e rifiuti di carta e cartone, plastica, legno, metallo e vetro del capitolo 20 dell'elenco europeo dei rifiuti
  • ingombranti misti a recupero (200307)
  • rifiuti di origine tessile
  • raccolta selettiva (farmaci, contenitori T/FC, batterie e accumulatori, vernici, inchiostri e adesivi, oli vegetali e oli minerali, ecc.)
  • rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)
  • altre frazioni raccolte in maniera separata e avviate a operazioni di recupero

RU (t) = (∑i RDi) + RUind + I + SRD
RD (%) = i RDi X 100
RU



Gestione dei rifiuti urbani

La principale problematica nell'elaborazione dei dati sulla gestione riguarda la corretta computazione dei rifiuti che vengono avviati ad impianti di trattamento prima del loro definitivo recupero o smaltimento. Tali rifiuti, infatti, una volta sottoposti a trattamenti di tipo meccanico-biologico sono perlopiù identificati con codici 191212 (altri rifiuti compresi i materiali misti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti), 191210 (rifiuti combustibili - CSS), 190501 (parte di rifiuti urbani e simili non compostata), 190503 (compost fuori specifica) e 190599 (rifiuti provenienti dal trattamento aerobico dei rifiuti non specificati altrimenti) e classificati come rifiuti speciali.
In molte regioni si assiste a rilevanti movimentazioni di queste tipologie di rifiuti verso destinazioni extraregionali, non esistendo obblighi di gestione nell’ambito della regione di produzione. Tale prassi rende particolarmente difficile seguire il flusso dei rifiuti dalla produzione alla destinazione finale. Anche gli impianti di incenerimento tendono sempre di più a ricevere quote di rifiuti sottoposti a trattamenti preliminari finalizzati ad innalzare il potere calorifico ai fini del successivo avvio al processo termico.

Costi di gestione dei servizi di igiene urbana

Gli indicatori economici dei servizi di igiene urbana sono costruiti utilizzando le seguenti informazioni:
  • ammontare dei costi di gestione del servizio di igiene urbana sostenuti dai soggetti istituzionali (Comuni, loro Consorzi ed altri gestori dei servizi) desunti dal Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD) scheda "CG – Costi di Gestione", di cui alla Sezione "Comunicazione Rifiuti Urbani e assimilati e raccolti in convenzione";
  • dati sui quantitativi di rifiuti prodotti e raccolti in modo differenziato su scala comunale, annualmente censiti da ISPRA;
  • dati relativi alla popolazione residente al 31 dicembre di ciascun anno su scala comunale, derivanti dai Bilanci Demografici dell'ISTAT.
Il calcolo dei costi pro capite annui è riferito alla popolazione residente, ma bisogna tener presente che i servizi di igiene urbana coprono sia le utenze domestiche che le utenze non domestiche, quali quelle commerciali, artigianali, industriali, uffici, ecc., nonchè i costi dovuti alla presenza di persone non residenti, quali studenti e turisti.

Elaborazioni a partire dai dati 2020
Il costo totale pro capite e per kg di rifiuto urbano, si basa sulle seguenti voci:
  • CRT - costi dell’attività di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani indifferenziati;
  • CTS - costi dell’attività di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani;
  • CTR - costi dell’attività di trattamento e recupero dei rifiuti urbani;
  • CRD - costi dell’attività di raccolta e trasporto delle frazioni differenziate;
  • CSL - costi dell’attività di spazzamento e di lavaggio;
  • CC - Costi comuni, che comprendono: - CARC - costi operativi per l’attività di gestione delle tariffe e dei rapporti con gli utenti; - CGG - costi di gestione relativi sia al personale non direttamente impiegato sia alla quota parte dei costi di struttura; - CCD - costi relativi alla quota dei crediti inesigibili; - COAL - include la quota degli oneri di funzionamento degli enti territorialmente competenti, di ARERA e degli oneri locali;
  • CK - Costi d’uso del capitale, che comprendono: - AMM - è la componente a copertura degli ammortamenti delle immobilizzazioni del gestore; - ACC - componente a copertura degli accantonamenti ammessi al riconoscimento tariffario; - R - remunerazione del capitale investito netto per il servizio del ciclo integrato; - RLIC - componente relativa alla remunerazione delle immobilizzazioni in corso per il servizio del ciclo integrato; - detrazione in caso di equilibrio economico finanziario della gestione;
  • Altri costi, che comprendono voci di natura previsionale destinate alla copertura degli oneri variabili derivanti dall’attuazione delle misure di tutela a favore delle utenze domestiche economicamente disagiate, come individuate dalla deliberazione 158/2020/R/RIF; voci di natura previsionale destinate alla copertura degli oneri variabili e fissi attesi, relativi al conseguimento di target di miglioramento dei livelli di qualità e/o alle modifiche del perimetro gestionale; componenti aggiuntive di costo variabile e fisso, aventi natura previsionale, destinate alla copertura degli scostamenti attesi rispetto ai valori di costo effettivi dell’anno di riferimento.

    Elaborazioni fino ai dati 2019
    Il costo totale del ciclo di gestione dei rifiuti solidi urbani era costituito dalle seguenti voci di costo, secondo quanto previsto nel DPR 158/99 "Regolamento recante norme per l' elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani":
    • Costi di gestione del ciclo dei servizi sui rifiuti urbani indifferenziati (CGIND), distinti nelle quattro componenti:
      • costi di spazzamento e lavaggio strade (CSL);
      • costi di raccolta e trasporto (CRT);
      • costi di trattamento e smaltimento (CTS);
      • altri costi, inerenti la gestione dei rifiuti urbani indifferenziati, non compresi nelle voci precedenti (AC).
    • Costi di gestione del ciclo dei rifiuti della raccolta differenziata (CGD), che comprendono:
      • costi di raccolta differenziata dei singoli materiali (CRD);
      • costi di trattamento e riciclo (CTR), al netto dei proventi derivanti dalla vendita dei materiali e dell' energia recuperata e dei contributi CONAI.
    • Costi comuni (CC), che comprendono:
      • costi amministrativi dell’accertamento, della riscossione e del contenzioso (CARC);
      • costi generali di gestione (CGG);
      • costi comuni diversi (CCD).
    • Costi d’uso del capitale (CK), distinti in:
      • ammortamento dei mezzi meccanici per la raccolta, mezzi e attrezzi per lo spazzamento, contenitori per la raccolta, ammortamenti finanziari per beni devolubili e altri (AMM);
      • accantonamenti (ACC);
      • remunerazione del capitale (R).
    Attraverso l'elaborazione e l'analisi si giunge alla definizione di un campione costituito dai soli comuni che hanno dichiarato almeno il costo di gestione dei rifiuti indifferenziati e quello dei rifiuti differenziati; sono , quindi, esclusi i casi in cui i costi dichiarati riguardano il solo ciclo di gestione dei rifiuti indifferenziati, oppure la sola raccolta differenziata, pur in presenza di rifiuti raccolti con ambedue le modalità.
    Nell'elaborazione dei dati, il costo di spazzamento e lavaggio (CSL) è scorporato dal costo di gestione dei rifiuti indifferenziati (CGIND), a differenza di quanto previsto nel DPR 158/99, e presentato come voce separata in quanto, nei Comuni di una certa dimensione o in cui la gestione dei rifiuti è affidata ad un Ente consortile di ambito, lo spazzamento e lavaggio è spesso operato direttamente in economia dal Comune con proprio personale ovvero da ditte diverse da quelle che effettuano la raccolta dei rifiuti.
    L'analisi dei dati non tiene conto dei proventi ricavati dalla vendita dei materiali e di energia derivante dai rifiuti, in quanto, lo studio ha la finalità di rappresentare il costo individuato dagli enti locali per il servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati. Il costo totale è, quindi, dato dalla somma delle seguenti voci:
    • costi di gestione del ciclo dei servizi sui RU indifferenziati (CGIND);
    • costi di gestione del ciclo dei rifiuti della raccolta differenziata (CGD);
    • costi comuni (CC);
    • costi d'uso del capitale (CK).



  • :: Ultima modifica della pagina: 16.03.2023 ::


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